È un invecchiamento da brivido quello raccontato da M. Night Shyamalan nel nuovo thriller psicologico «Old», che esce nelle sale italiane il 21 luglio 2021. Rughe profonde irrompono sul volto degli adulti, mentre pubertà e giovinezza trasformano i tratti vergini dei bambini. Tutto, in un giorno solo. I corpi si corrodono verso la morte in tempi velocissimi. Su quell’isola, qualcosa non va.
Una vacanza tra sogno e incubo: la trama di «Old»
I membri di una famiglia felice partono per una vacanza da sogno e la destinazione è un’isola dalla spiaggia candida trovata su internet. Tra sole, mare e sabbia bianca tutto è perfetto, finché dall’acqua emerge il corpo di una giovane ragazza. Sembra appena morta, ma la salma si sta già decomponendo. L’atmosfera si fa sempre più cupa e minacciosa, e il bel sogno si trasforma presto nel peggiore degli incubi. I 13 ospiti dell’isola capiscono che invecchieranno in modo spaventosamente rapido, consumando la vita nell’arco di una sola giornata. Sarà possibile scappare dal destino?
La storia è tratta da Sandcastle, una graphic novel francese creata dalla penna di Pierre Oscar Levy e Frederik Peeters. Tra le pagine illustrate, si riflette sull’inevitabilità della morte e sul (non)senso della vita.
Andare oltre la paura: il punto di vista del regista
Punto di riferimento per i generi horror e thriller, M. Night Shyamalan è il regista di successi come Il sesto senso, Split e Glass. «Old», viene descritto anche come un horror esistenzialista, perché si gioca tutto sulla paura più antica di sempre. È la paura del tempo che passa. Quella della morte. Se, durante l’esistenza, si ha più tempo per accettare il corso della vita, nella finzione di «Old» questo non è possibile. Così, l’unico modo per fuggire dalla paura è correre contro il tempo e contro il destino.
Il film è prodotto dallo stesso Shyamalan insieme a Ashwin Rajan della Blinding Edge Pictures, Marc Bienstock e Steven Schneider. Il regista racconta: «I miei film originali rappresentano quello che sono in ogni momento. Mio padre e mia madre stanno diventando sempre più vecchi, come mi sento a riguardo? Quando vado da loro i ruoli si sono scambiati.»
E così, «in quella spiaggia le cose diventano sempre più strane e minacciose. È quella lenta inversione da qualcosa di sicuro a qualcosa di non sicuro. (…) Quello che cerco di fare mentre scrivo è immaginare le cose peggiori, e come sopravviverei emotivamente ad esse, come essere umano. Quando torno dall’altra parte, posso essere più forte per affrontare quell’esperienza?»
Su quella spiaggia, 30 minuti equivalgono a un anno. Nella sala del cinema, la durata del film equivale a una vita in sfida con le nostre più grandi paure, un affronto alla morte e alla natura. Dopo il delirio di onnipotenza di voler invertire il destino, rimane solo l’emozione di averci provato fino in fondo.
di Camilla Mantovani