Outside the wire: da gennaio su Netflix
2036: confine tra Russia e Ucraina, gli Stati Uniti sono impegnati nell’ennesima “missione di pace” che salverà il mondo (ma soprattutto gli stessi Stati Uniti), il giovane tenente Thomas Harp (Damson Idris), esperto di droni, viene inviato in questa zona ad altissimo rischio per aver scavalcato la catena di comando e aver causato la morte di due compagni (ma forse aver salvato la vita di tanti altri). É forse una punizione? Forse le ragioni di questo trasferimento sono altre?
Parola d’ordine: think outside the box
«Hai combinato un vero casino se ti mandano da Leo» afferma Clank (Michael Kelly) con un sadico sorriso. Il protagonista si trova ad essere sotto il comando del capitano Leo (interpretato da Anthony Mackie, che abbiamo già visto nel ruolo di Falcon nei film Marvel), che si scopre essere un GUMP, ovvero un prototipo di robot umanoide pensato appositamente per scopi militari e dotato anche di un notevole livello di libero arbitrio.
Harp diventa così la mente anarchica e ribelle di Leo, il quale è stato incaricato di risolvere una missione incredibilmente difficile: recuperare un’arma di distruzione di massa prima che cada nelle mani sbagliate, ovvero quelle di Viktor Kavol (Johan Philip Asbæk), capo dei terroristi ucraini. Il giovane Harp si troverà così al punto di partenza, lacerato e diviso tra queste due anime: il suo essere uomo e il suo essere soldato, obbedire agli ordini o pensare con la propria testa? Questo è il dilemma.
Niente di nuovo sul fronte occidentale
In uscita su Netflix il 15 gennaio, Outside the wire, sulla falsariga di un altro recente successo, The Old Guard, è un film d’azione e fantascienza, un sci-fi war movie che mentre eccelle nella parte action e negli effetti speciali, manca un po’ di originalità e di novità per quanto riguarda i temi, già ampiamente frequentati e francamente un po’ abusati dalla cinematografia americana degli ultimi anni.
di Alessandra Baio
