Tre storie in un unico spettacolo
Tre percorsi diversi costituiscono lo spettacolo “Processo Galileo”, tutti e tre all’insegna della scienza e volti a interrogare i misteri, talvolta inquietanti, del mondo contemporaneo. Il sipario si alza e lo spettacolo, composto a quattro mani da Angela Demattè e Fabrizio Sinisi, per la regia di Andrea de Rosa e Carmelo Rifici, si trasforma in un processo: siamo nel 1633 e Galileo è costretto ad abiurare. Questo è il punto di partenza per lo sviluppo delle varie tematiche affrontate: il rapporto tra scienza e potere, la tradizione e la coscienza. Galileo, infatti, rappresenta colui che ha sconvolto quelle che erano le credenze e le certezze degli uomini della sua epoca, segnando uno spartiacque epocale e provocando una radicale rivoluzione del pensiero.
La scena poi cambia e ci ritroviamo nel presente: una giovane donna, madre e intellettuale, stravolta da un terribile lutto mette in discussione la propria visione del mondo, attraverso anche i dialoghi che intrattiene con la madre e con uno scienziato. L’ultima sequenza invece è ambientata nel futuro: i personaggi che entrano in scena si lanciano in un’invettiva contro Galileo, colpevole di aver dato inizio ad un processo storico/culturale per cui il progresso scientifico si è indissolubilmente legato alla capacità tecnica e alla tecnologia. Questo futuro, dove il realismo si sgretola, ci appare sotto molti aspetti inquietante.“Processo Galileo” è quindi uno spettacolo che, partendo da una visione inedita della figura di Galileo e della sua opera, coinvolge lo spettatore e lo fa riflettere sugli interrogativi della modernità e del mondo contemporaneo.
Qualche curiosità su Galileo
“Abiuro, maledico e detesto i suddetti errori ed eresie e giuro che per l’avvenire mai più asserirò cose tali per le quali si possa avere di me simili sospizioni”: Galileo, il padre della scienza moderna, condannato dalla Chiesa per le sue idee scientifiche rivoluzionarie, è costretto ad abiurare. Così si apre lo spettacolo “Processo Galileo”.
Galileo, grazie alle sue scoperte scientifiche che confermarono la teoria copernicana della rivoluzione della terra attorno al sole, non solo sgretolò la concezione dei cieli aristotelici, ma soprattutto provocò una insanabile frattura tra scienza e teologia, spazzando via tutto ciò in cui gli uomini allora credevano e generando un’eco che si protrasse per secoli fino a giungere ai nostri giorni.
Galileo, col suo cannocchiale, è diventato quindi il simbolo del progresso scientifico e la sua figura è stata elogiata e rappresentata più volte nella letteratura e teatro. “Processo Galileo”, tuttavia, propone un’ispirazione inedita alla vita e alle opere del celebre scienziato: lo spettacolo non si conclude con un elogio ma con un’invettiva che ci conduce a interrogarci sulla complicata correlazione tra progresso scientifico e potenza dei mezzi tecnologici nella società moderna.Appuntamento quindi al Piccolo Teatro Strehler dal 10 al 15 gennaio: i biglietti sono acquistabili sul sito del teatro (durata di 95’ senza intervallo).