Resurrexit Cassandra di Ruggero Cappuccio e Jan Fabre con Sonia Bergamasco
Resurrexit Cassandra, suona quasi come un appello il titolo del nuovo spettacolo scritto da Ruggero Cappuccio: risorgi Cassandra e salvaci, altre volte purtroppo sei rimasta inascoltata e il fato avverso ha impedito che potessi salvare l’uomo, ma questa volta in cui il mondo intero con i suoi radicalismi e l’inquinamento è sull’orlo del baratro, forse è finalmente giunto il tuo momento, risorgi e salvaci!
La pièce ruota attorno a un dubbio, un interrogativo: forse un profondo desiderio di essere ingannati si nasconde nell’umanità? L’uomo ha apposto la data di scadenza all’unica cosa senza cui non può vivere, il pianeta, eppure sembra far finta di niente, continua imperterrito la sua danza macabra in attesa della fine.
Sonia Bergamasco è Cassandra: una performance intensissima
Cassandra, profetessa, messia e donna, dea del passato, del presente e del futuro cercherà per un’ultima volta di salvare il mondo con le sue parole: a lei sono affidati cinque movimenti, cinque umori, cinque colori, cinque elementi, portatori di senso e fonte di ispirazione: Nebbia, Vento, Fuoco e Fumo, Vapore, Pioggia.
Jan Fabre: un gigante del teatro contemporaneo
L’ultimo spettacolo del geniale Jan Fabre, già a Napoli nella sua versione con l’attrice tedesca Stella Höttler, torna in Italia e precisamente al Teatro Franco Parenti (dal 30 Novembre al 2 Dicembre) nella versione con un’altra protagonista d’eccezione, la fenomenale Sonia Bergamasco, bravissima e pluripremiata (Premio Duse 2014), che si è anche dedicata al piccolo e grande schermo ma che ha sempre riservato al palcoscenico un posto di prim’ordine nella sua carriera.
La Bergamasco è stata scelta personalmente dal regista Jan Fabre, un nume tutelare del teatro europeo, il primo artista vivente ad esporre al Museo Louvre di Parigi (2008, “L’ange de la Métamorphose”), prolificissimo artista, regista e autore, nonché uomo di teatro assolutamente rivoluzionario che con le sue opere ha sempre scosso dalle fondamenta le certezze del linguaggio performativo europeo. E con quest’ultima opera spera anche di scuotere le coscienze di tutti gli spettatori.
di Alessandra Baio