Dopo una lunga ed estenuante attesa, dopo averne a lungo parlato, discusso e ricamato sopra, è finalmente arrivato l’11 novembre, ovvero la fatidica data dell’uscita nelle sale italiane di “The French Dispatch” (of the Liberty, Kansas Evening Sun) il nuovo film del regista più esteta dei nostri tempi, il geniale Wes Anderson.
Un film che ha 3 volti, ma la firma è solo quella di Wes Anderson
Che film è The French Dispatch? Descriverlo in poche parole non è certo un compito facile, ma sicuramente le parole del suo stesso creatore potrebbero illuminarci:
“…Questo film è in realtà tre cose contemporaneamente: una raccolta di storie brevi, qualcosa che ho sempre voluto fare; un film ispirato al New Yorker e al tipo di giornalisti per cui questa rivista è famosa; e infine ho trascorso tanto tempo in Francia nel corso degli anni e ho sempre voluto fare un film francese e un film imparentato con il cinema francese”.
Il decimo lungometraggio di Wes, il più “andersoniano” di sempre, è stato anche definito come una dichiarazione d’amore al giornalismo e in particolare alla rivista The New Yorker, di cui è da sempre un grande fanatico. La trama si articola in 4 storie diverse che corrispondono a 4 diversi articoli raccolti dalla redazione in occasione della morte del direttore, interpretato dall’intramontabile Bill Murray.
Un florilegio postmoderno interpretato da un cast stellare
Il primo è un reportage del tour di Sazerac (Owen Wilson) nella cittadina immaginaria di Ennui-sur-Blasé, con le sue atmosfere terribilmente francesi e i suoi malfamati vicoli notturni.
La seconda storia è introdotta dalla critica d’arte Tilda Swinton, che narra la vita del quotatissimo artista omicida Moses Rosenthaler (Benicio del Toro), della sua guardia carceraria nonché musa ispiratrice (Lea Seydoux) e del mercante d’arte (Adrien Brody), che con le sue opere ha determinato la sua (e la propria) fortuna.
Il terzo articolo è della reporter Lucinda Krementz (Francis McDormand) e tratta della rivoluzione del maggio del ’68 e dei giovani leader del movimento rivoluzionario studentesco: Zeffirelli (Timothée Chalamet) e Juliette (Lyna Khoudri).
L’ultima storia è “La Sala da Pranzo Privata del Commissario di Polizia” e viene narrata dal suo autore, Roebuck Wright (Jeffrey Wright); consiste in un poliziesco condito con una buona dose di umorismo, suspense e gastronomia.
Wes Anderson ha lo straordinario dono di farci sognare come dei bambini e The French Dispatch è una grande e coloratissima scatola cinese in cui non vediamo l’ora di sbirciare!
di Alessandra Baio