“Io Tarzan, tu Jane”. Se vi aspettavate la versione live-action del film Disney, resterete delusi.
The Legend of Tarzan, diretto da David Yates – regista di Harry Potter – è infatti una rivisitazione molto avventurosa e romantica del Re della giungla.
Tarzan, ora John Clayton III, ha sposato la sua Jane e insieme vivono a Londra come Lord e Lady Greystoke. Ormai è un uomo civilizzato, che vuole dimenticare le bestialità dell’Africa rinnegando la sua natura “animalesca” in favore di una vita normale.
Dopo otto anni, l’ex uomo-scimmia (lo svedese Alexander Skarsgård) è invitato a recarsi in Congo per questioni diplomatiche. Eppure, ancora non sa di far parte di un infido piano organizzato dal colonnello belga Leon Rom, interpretato da Christoph Waltz, perfetto come sempre nel ruolo del cattivo, che ricorda quasi piacevolmente quello del classico disneyano.
Jane, cui presta il volto l’australiana Margot Robbie, incarna l’essenza della vera femminista, che crede nell’emancipazione della donna, abolendo lo stereotipo della tipica donzella in pericolo e trasformandosi in un personaggio forte, che sceglie autonomamente il proprio destino. Esauriente il grande Samuel L. Jackson nel ruolo di spalla e buon amico George Washington Williams.
Poco convincente “l’abuso” del digitale per la fauna e gran parte della natura (la scena della mandria di gnu ricorda troppo Il Re Leone). Tuttavia, appaiono particolarmente commoventi le scene del ricongiungimento tra Tarzan e gli animali della giungla con cui è cresciuto. Tenerissimo lo scambio di sguardi con l’elefante: “…che altro ti fa provare tanto senza dire una parola?”
di Bianca Bonacci