The Minimalists: Less is Now, il nuovo documentario Netflix ideato dal celebre duo minimalista, reinterpreta la massima “Less is More” in un contesto più attuale. Diretto da Matt D’Avella e disponibile dal 1° gennaio 2021, è una critica alla cultura del consumismo.
Less is More. O meglio, Less is Now
“Less is Now”, in italiano “Il Meno è Ora”. Ora, perché non ci è rimasto più tempo per evadere dal consumismo, bisogna agire subito. Il titolo del documentario Netflix ci rimanda al motto “Less is more” coniato dall’architetto Ludwig Mies van der Rohe. L’architetto usava questa filosofia nelle sue opere cercando di ottenere un’estetica di estrema semplicità. Con “Less is Now” il gruppo The Minimalists, composto da Joshua Fields Millburn e Ryan Nicodemus, vuole comunicare un senso di urgenza al pubblico. “Less is more”, una frase che è stata sfruttata negli ultimi cinquant’anni per definire uno stile di vita insolito e adottato dalla minoranza. Tuttavia, negli ultimi tempi sempre più persone hanno deciso di farne il loro mantra. Infatti, questo nuovo documentario Netflix è un’ultima chiamata per intervenire sulle nostre vite, schiave del consumismo.
The Minimalists
“Less is Now” è il secondo documentario Netflix sul minimalismo del gruppo The Minimalists. Il primo, “Minimalism”, sempre diretto da Matt D’Avella e uscito nel 2016, sottolineava ciò che è davvero importante nella nostra vita. Mentre “Less is Now”, disponibile su Netflix dal 1° gennaio 2021, vuole convincere l’audience ad adottare il minimalismo come stile di vita, al più presto. I protagonisti sullo schermo saranno i minimalisti Millburn e Nicodemus, che da vent’anni spronano la gente a condurre uno stile di vita più pratico. Eliminando delle cose materiali si aggiunge valore a ciò che rimane, ovvero ciò che conta davvero. The Minimalists hanno aiutato più di due milioni di persone a vivere una vita più significativa attraverso podcasts, libri, siti web e film.
Consumer Culture
Si può vivere con meno ma siamo abituati a volere tutto. A volere tutto e subito. La cultura del consumismo, che dagli anni ‘60 ha cercato di produrre e consumare sempre di più, oggi è arrivata a un punto di svolta. O almeno è quello che The Minimalists sperano di ottenere. Dobbiamo smettere di farci ingannare dalle pubblicità che promettono la felicità dietro ad un acquisto. Dobbiamo imparare a capire che la felicità è dentro di noi e nelle relazioni che coltiviamo, non dentro a un oggetto. Ora, più che mai, tutto il mondo dovrebbe aver sperimentato che senza contatto umano non siamo niente. Neanche nei nostri appartamenti che abbondano di dispositivi di ultima generazione.
di Elisa Maulini