The Order: un tuffo nel passato, uno sguardo al futuro

The Order non è solo un thriller; è un riflesso oscuro delle tensioni politiche e sociali che hanno attraversato gli Stati Uniti e che continuano a manifestarsi oggi

di Marco Gennari

All’ultima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, Justin Kurzel porta sul grande schermo una storia che echeggia la violenza e l’odio del passato, riflettendo inquietantemente il presente. Il suo film, The Order, non è solo un thriller mozzafiato, ma un viaggio oscuro nella mente di un suprematista bianco degli anni ’80 e un monito per la nostra era.

Il film si apre con un’immagine potente e disturbante: Alan Berg, un noto conduttore radiofonico ebreo, che si confronta con l’odio razziale al microfono. Un inizio che stabilisce il tono per una narrazione che esplora la furia e la rabbia di un’America divisa. Con la maestria di Jude Law, nel ruolo dell’agente FBI Terry Husk, The Order segue un’indagine che affonda le radici nel suprematismo bianco e nei suoi tentativi di sovvertire il governo degli Stati Uniti, ispirati dal controverso The Turner Diaries.

Ambientato nel 1983, il film si concentra su una serie di crimini violenti che turbano il nordovest degli Stati Uniti: rapine, contraffazioni e attentati. Husk, trasferitosi in Idaho, collabora con l’agente locale Jamie Bowen (Tye Sheridan), scoprendo un’organizzazione neonazista guidata da Bob Mathews (Nicholas Hoult). Questi individui, armati e organizzati, mirano a destabilizzare l’ordine costituito e instaurare un regime di terrore.

Kurzel, al suo meglio con questo progetto, combina abilmente elementi di poliziesco e heist movie con una narrazione pregna di tensione e suspense. La sua regia si distingue per l’uso intelligente dei registri, con sequenze che ricordano i western d’epoca e momenti di pura adrenalina. L’interpretazione di Jude Law, distante dai suoi ruoli più glamour, è una delle sue performance più intense e implacabili, rendendo Husk un personaggio imbolsito e tormentato, il cui sangue che cola rappresenta il preludio a una violenza sempre più incontrollabile.

Nicholas Hoult emerge come la figura centrale del male, con una performance che incarna il carisma sinistro di un leader rivoluzionario. La sua interpretazione di Bob Mathews è tanto magnetica quanto minacciosa, rendendolo l’epitome dell’odio razzista e della manipolazione ideologica.

Ma The Order non è solo un thriller; è un riflesso oscuro delle tensioni politiche e sociali che hanno attraversato gli Stati Uniti e che continuano a manifestarsi oggi. Il film anticipa le dinamiche che hanno portato all’insurrezione di Capitol Hill nel 2021, offrendo uno sguardo inquietante e profetico su come le ideologie estremiste possono travolgere una nazione.

Kurzel, con il suo stile distintivo e una narrazione avvincente, ci ricorda che la violenza e l’odio sono cicli ricorrenti che rispondono a una frustrazione profonda e irrisolta. La sua pellicola serve da avvertimento e riflessione su una minaccia che, sebbene emersa negli anni ’80, non è mai davvero scomparsa.

The Order non è solo una ricostruzione storica; è una lente attraverso la quale possiamo osservare e comprendere le forze che hanno modellato e continuano a plasmare il nostro presente. Un film potente e dolorosamente attuale, che, dopo la sua presentazione al Lido, arriverà su Prime Video, pronto a far riflettere e inquietare.

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