Festival di Venezia 2020: Tilda Swinton e Ann Hui ritirano il Leone d’Oro alla Carriera. La trasformista attrice britannica sale commossa sul palco per ritirare questo prestigioso riconoscimento.
La cerimonia di premiazione
Rimarrà impressa nella memoria comune la cerimonia del Leone d’Oro alla Carriera a Tilda Swinton, consegnatole dall’incantevole Presidente della giuria Cate Blanchett. L’attrice, che in un italiano quasi perfetto, ha commentato: “Sono molto fiera e felice di essere qui. I nomi sull’elenco di coloro a quali è stata tributata questa onorificenza sono i nomi dei miei maestri e, in ogni modo, io sto appena iniziando”. La Swinton ha poi concluso il suo discorso con un invito rivolto a tutti ad avere cura del proprio patrimonio culturale e un ringraziamento alla Biennale Cinema per la sua presenza in questo anno singolare: “Vorrei dire per conto di tutti noi e insieme alla grande regista Ann Hui (anche lei Leone d’Oro alla Carriera), vorrei ringraziare la nostra sublime Venezia, il festival del cinema più venerabile e maestoso della terra, per aver alzato la sua bandiera quest’anno, l’anno della visione 2020, per ricordarci che certe cose non vanno da nessuna parte. Mentre affrontiamo i nostri conti, mentre impariamo a riporre la nostra fiducia nell’evoluzione e nei suoi inevitabili cambiamenti mentre ci liberiamo irrevocabilmente di quello che ci degrada e ci sconfigge e scopriamo e impariamo ad assumere la responsabilità e ad avere cura di tutti i tesori sia naturali che culturali, possiamo continuare a fare affidamento sul grande, elastico, vasto, selvaggio, brioso, sconfinato e inclusivo stato del cinema”.
I primi passi della Swinton
I primi passi nella recitazione li muove all’Università di Cambridge, dove comincia a prendere confidenza con il palcoscenico recitando in alcune rappresentazioni teatrali quali La duchessa di Amalfi, La commedia degli errori e Sogno d’una notte di mezza estate. Nel 1986, la Swinton debutta nel ruolo di Lena in Caravaggio, sotto la guida del suo mentore, l’inglese Derek Jarman. Il regista le affida una parte in tutte le pellicole che dirige fino al 1994, anno della sua prematura scomparsa. Grazie al cineasta e pittore britannico, la diva si aggiudica la Coppa Volpi al Festival di Venezia nel 1991, per l’interpretazione della regina Isabella di Francia in Edoardo II, ed entra così definitivamente nell’Olimpo del grande cinema.
La Scelta di Barbera
Alberto Barbera ha definito la figura della vincitrice e i motivi che hanno portato alla scelta di attribuirle questo riconoscimento: “Tilda Swinton – ha osservato Barbera – è unanimemente riconosciuta come una delle interpreti più originali ed intense affermatesi sul finire del secolo scorso. La sua unicità riposa su una personalità esigente ed eccentrica, una versatilità fuori del comune, la capacità di passare dal cinema d’autore più radicale a grandi produzioni hollywoodiane, senza mai rinunciare al proprio inesausto bisogno di dar vita a personaggi inclassificabili. Ogni sua interpretazione è una sfida temeraria alle convenzioni, siano esse artistiche o sociali, il frutto della necessità di mettersi continuamente in gioco senza mai accontentarsi dei risultati raggiunti”.
di Emanuela Bruschi