Quella che il regista Michele Placido mette in scena al Teatro Manzoni di Milano (dal 12 al 29 gennaio 2017) non è la semplice storia di un ménage a troi, di relazioni finite o di sentimenti bruciati, il suo è un racconto reale, che parte dall’amore e arriva a toccare temi come la politica, l’amicizia e la storia.
Tradimenti nasce dal genio di Harold Pinter, premio Nobel per la Letteratura nel 2005, drammaturgo, attore di teatro, sceneggiatore, poeta e molto altro. Nutrirà un amore così folle per l’arte tale da portarlo a immergerci pezzi interi della sua vita. A tal proposito nascerà quest’opera, dalla trama apparentemente semplice, ma con un messaggio profondo e complesso.
Emma, manager di una galleria d’arte, è sposata con Robert, ma al tempo stesso ha vissuto per ben cinque anni una relazione clandestina con Jerry, celebre scrittore e agente letterario. Al centro di tutto c’è il sospetto, il cieco bisogno di verità che domina il marito, tradito non solo dalla coniuge ma anche da un caro amico. I personaggi vengono analizzati nel loro essere amante, amato, traditore e tradito, come se in qualche modo perdessero la loro vera identità a discapito dei sentimenti.
Il tutto si svolge tra il caos londinese e l’ipnotica Venezia, in un’epoca che attraversa gli anni ’60 e ’70 ma focalizzandosi sugli avvenimenti storico-politici del ’68. Gli attori sono giovani, spensierati e si inseriscono perfettamente in questa atmosfera rivoluzionaria fatta di libertà sessuale, trasgressione e festini all’insegna dell’alcol e delle droghe leggere.
Proprio qui prenderà il via questa storia d’amore a tre che in qualche modo, secondo quanto dichiarato da Pinter, rimanda a episodi della sua vita reale, quando sposato con l’attrice Vivien Marchant, visse per sette anni una relazione segreta con la presentatrice televisiva Joan Bakewell.
Uno spettacolo che non ha paura di mettere in scena il lato difficile dell’amore, impreziosito da attori come Ambra Angiolini, Francesco Scianna e Francesco Biscione e dalle musiche originali di Luca D’Alberto.
di Federica Giampaolo