“Un piedipiatti a Beverly Hills- Axel F”: un viaggio nel tempo con Eddie Murphy, tra azione e nostalgia

Il tanto atteso ritorno di Eddie Murphy nelle vesti di Axel Foley, protagonista di "Un piedipiatti a Beverly Hills"

a cura della Redazione

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Con Un piedipiatti a Beverly Hills: Axel F, disponibile su Netflix dal 3 luglio 2024, sembra di essere catapultati in un’altra epoca.

Eddie Murphy riprende il ruolo iconico di Axel Foley, riportandoci indietro agli anni ’80 e ’90, quando la serie originale era all’apice del suo successo. Per chi ha vissuto quegli anni, o per chi ha scoperto Murphy successivamente, attraverso i passaggi televisivi nei decenni successivi, questo film sarà come un salto indietro nel tempo. Ma questa volta, non è Italia Uno a fare da cornice, bensì Netflix, e la voce di Axel non è più quella di Tonino Accolla, ma di Fabrizio Vidale, già doppiatore di Murphy in recenti produzioni come Il principe cerca figlio e Buon Natale da Candy Cane Lane.

Ancora una volta, il detective Foley si trova coinvolto in un caso complesso e pericoloso. Sua figlia Jane, interpretata da Taylour Paige, con la quale ha un rapporto complicato, è un’avvocatessa d’ufficio che si ritrova a difendere un giovane accusato ingiustamente di omicidio e coinvolto in un giro di droga. Quando la situazione inizia a sfuggirle di mano, con minacce e aggressioni, l’ex collega di Foley, Billy Rosewood (Judge Reinhold), lo avverte dei rischi che sta correndo sua figlia. Foley decide così di lasciare Detroit per tornare a Beverly Hills e risolvere la situazione. Qui, ritroverà il detective Bobby Abbott (Joseph Gordon-Levitt), che scoprirà essere l’ex fidanzato di Jane, e il suo vecchio capo John Taggart (John Ashton).

Nonostante siano passati più di trent’anni dall’ultimo capitolo della saga, Un piedipiatti a Beverly Hills: Axel F mantiene intatti tutti i tratti distintivi dei suoi predecessori.

Il film è un mix di azione e umorismo, con battute che richiamano lo stile degli anni passati. Se da un lato, il ritorno di Axel Foley e di Eddie Murphy può far sorridere i fan di vecchia data, dall’altro, il film lascia un retrogusto di nostalgia che potrebbe non essere del tutto piacevole. Forse, apprezzare un film che replica la formula di trent’anni fa non è un segno positivo: non per noi spettatori, che rischiamo di rifugiarci troppo nel passato, e nemmeno per l’industria cinematografica, che sembra faticare a proporre qualcosa di veramente nuovo. Grazie Eddie Murphy per questo viaggio nel tempo, ma ora attendiamo con ansia una ventata di freschezza, magari da un volto nuovo, con un approccio tutto nuovo.

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