Muccino – Vi racconto “Quello che so sull’amore”

 

Il protagonista del nuovo film di Muccino, Quello che so sull’amore, più che svelarsi secondo le caratteristiche che ha, si può facilmente descrivere in negativo, ovvero secondo ciò che non è.

George Dryer (interpretato dall’affascinante Gerard Butler) non è un buon padre, non è un buon marito, non è un uomo di successo perché la sua carriera di calciatore si è interrotta per un grave infortunio, ma soprattutto non è la persona che vorrebbe essere. Se ne accorge tardi forse, ma quando se ne rende conto fa di tutto, lottando contro l’ombra di ciò che è stato, per riconquistare i suoi affetti: suo figlio Lewis e l’ex moglie (la splendida, anche se relegata a un ruolo non di spessore, Jessica Biel), unica vera donna che abbia mai amato nonostante la fama, non troppo lontana dalla realtà, di inguaribile donnaiolo. L’unico modo per riappropriarsi di ciò che ha perso è ritornare ad apprezzare le cose semplici che aveva dimenticato e così George da calciatore di successo diventa l’allenatore della squadra di calcio del figlio, squadra che neanche a dirlo non ha mai vinto un partita prima del suo arrivo e da uomo agiato abituato al lusso si ritrova a non riuscire a pagare l’affitto di una misera dependance.

L’unico aspetto che sembra non variare nonostante il cambio di vita è l’effetto che George ha sulle donne: nel suo lungo e tortuoso cammino di purificazione da se stesso dovrà tentare di resistere alle tentazioni delle sfacciate madri dei suoi allievi, interpretate dalle superbe Catherine Zeta Jones e Uma Thurman.

Riuscirà il nostro eroe nella sua impresa? Certo è che se da una parte molto spesso sbagli e sia sempre in bilico tra ciò che era e ciò che vorrebbe essere, George ha a suo favore l’amore incondizionato del figlio e dell’ex moglie, coloro che, nonostante abbiano subito le sue pazzie e il suo lavoro, sentimentalmente più maturi di lui, con pazienza e senza troppe spiegazioni, gli faranno capire cos’è l’amore, semplicemente dimostrandolo.

All’interno di una trama che lascia a desiderare, così semplice che dopo i primi due minuti non si fatica a capire quale sarà il finale, Muccino insiste più sui sentimenti che sui colpi di scena: l’amore, la fiducia (anche quella persa), il sentimento paterno, la responsabilità e la consapevolezza sono gli ingredienti di una ricetta facile, dal risultato quasi scontato e prevedibile, che vede diventare l’ex vincitore un perdente e poi ancora un vincitore, ma questa volta nella partita della vita.

 

(di Marina De Faveri)

 

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