Scoprire l’Oriente quest’anno è quasi un obbligo e certamente un viaggio nelle sue terre è dal fascino garantito. Innumerevoli le bellezze naturali, artistiche e cultural-religiose di questi Paesi ancora poco noti al gran turismo. GiltMagazine vi propone un assaggio di queste terre, per un’esperienza davvero sensazionale.
Iniziamo con una terra, la Birmania, diversa da ogni altra che tu possa aver conosciuto. Sono queste le parole usate da Ruyard Kipling per descrivere quello stretto Paese tra India, Cina e Thailandia. Terra delle immense risaie, dei monaci, delle pagode e degli stupa (reliquiari, monumenti spirituali immersi nel verde, ndr), qui il tempo sembra essersi fermato per almeno un secolo; i decenni di isolamento politico hanno infatti conservato una cultura e un paesaggio artistico unico al mondo. La città di Bagan è una delle zone più ricche di monumenti che l’Unesco ha cercato senza successo di nominare luogo di eredità del mondo. È questo il momento migliore dell’anno per visitare la sua pianura (2.200 edifici buddhisti su un’area di 400 chilometri quadrati), quando la stagione delle piogge si è appena conclusa e si festeggia il ritorno alla vita con la festa di kathina, quando i monaci in ritiro nei tre mesi precedenti, rientrano negli antichi palazzi per vestire le statue del Buddha (“il primo monaco”, Siddhartha Gautama), compiere riti e recitare i mantra. Bagan è stata la capitale dall’XI al XVIII e le sue architetture sono così numerose da far pensare che tutte le cattedrali europei del Medioevo siano concentrate qui. I templi bianchi e dorati, gli stupa di color rosso-mattone, i monasteri austeri e le biblioteche venerande raccolgono tutta la gloria della cittadina, conservando ori, argenti e tesori sfuggiti alle razzie passate, eleganti sculture di Buddha in bronzo o in legno di teck, pannelli smaltati narranti le sue vite precedenti e dipinti murali di scene di vita di corte dei sovrani. Uno su tutti, Anawrahta. Fu proprio lui, alla fine dell’XI secolo, a commissionare una delle più importanti pagode della zona, Shwezigon, non solo rilevante perché ha ispirato la struttura di tutte le successive pagode, con la sua cupola dorata innalzata su tre terrazze, ma perché rappresenta la realizzazione di un progetto più antico, politico: l’affermazione della supremazia del buddhismo Theravada sul culto magico-animalista degli spiriti Nat (gli spiriti guardiani dell’aria, dell’acqua e della terra, dimoranti sul Monte Popa, vulcano ormai spento su cui si celebrano però ancora le Nat Pwe, cerimonie di possessione pre-buddhista, ndr), qui raffigurati nell’atto di venerare il Buddha.
Bagan è un incanto in qualunque modo si decida di visitarla: in mongolfiera per una vista dal cielo mozzafiato, o in bicicletta, per destreggiarsi tra gli oltre duemila templi, oppure via mare, su una barca vecchio stile, percorrendo il lungo fiume Irrawaddy. Se volete dormire a Bagan, potete scegliere il Bagan Hotel River View, nei pressi dell’Archeological museum, della città vecchia. Qui vivrete la vera atmosfera fuori tempo, pasteggiando nel ristorante in giardino con vista sul fiume, accanto a un’antica pagoda, chiedendovi se scegliere cucina birmana o internazionale. Se invece volete fare i lussuosi e dormire nell’hotel più famoso e costoso della Birmania, spostatevi nel cuore del Paese, nella limitrofa Yangon (ex-Rangoon), dove nel 1901 fu eretto il The Strand Yangon, il più ricco di storia e fascino, dal lusso tipico coloniale e dalla cucina di grande classe.
Il Nepal è un’altra splendida meta, la cui linfa vitale è la religione, un sincretismo tra induismo e buddhismo. A Kathmandu, la capitale, la fede è visibile in ogni aspetto della vita: emozionante è scoprire i fedeli nepalesi, due volte a settimana, recarsi nella valle di Dakshinkali, al tempio della dea vivente, Kali, moglie di Shiva, per offrire a lei doni. Luogo di incontro di induisti e buddhisti è poi lo stupa di Swayambhunath, dove sono dipinti gli occhi onniveggenti di Buddha, sui quattro lati alla base della sua grande guglia, a protezione dei quattro angoli della terra. Attraversando il fiume Bagmati, si arriva nella cittadina di Patan, un vero museo a cielo aperto, ricchissima di templi, palazzi, pagode, tra cui spiccano il tempio di Krishna e il tempio D’oro, tutte architetture fiabesche. Più medioevale, con i palazzi di mattoni rossi carminio, impreziositi da finestre in legno scolpito e portali dorati, con antichi laboratori di vasai e tessitori, è Bhaktapur, dichiarato patrimonio culturale dell’umanità dall’Unesco. Durbar è la sua grande piazza centrale, sede del Palazzo reale e di quello delle 55 finestre.
Visitare questa regione richiede senz’altro spirito di adattamento, ma nemmeno qui vi chiediamo di rinunciare al lusso. Perché non allietarvi il soggiorno dimorando nel Dwarika’s Hotel, dalle cinque stelle reali, costruito sull’antica tradizione di ospitalità nepalese e contenete una delle più notevoli architetture del Paese? L’hotel ospita infatti una grande collezione di manufatti del XIII secolo ed è situato a pochissimi metri dal famoso tempio induista Pashupathinath e dallo stupa buddhista Bouddhanath, alto circa 40 metri e formato da un enorme emisfero poggiato su tre terrazze concentriche a pianta ottagonale, sul cui perimetro i fedeli fanno girare senza interruzione i mulini di preghiera. Qui potrete dormire in suite da mille e una notte e cenare all’aperto in uno dei tre ristoranti che servono i piatti tipici della cucina nepalese multi-culturale, dai sapori continentali e giapponesi, tutti preparati con prodotti a chilometro zero, perché coltivati nella fattoria limitrofa del Dwarika.
Finiamo il viaggio sognante con il Laos. Si dice che questo Paese non sia solo una terra di gran bellezza naturalistica, ma anche e soprattutto un luogo dove ritrovare serenità e pace, dove lo stress delle grandi città è lontano e la gente è disponibile e gentile. Luang Prabang è già da sola un motivo eccellente per raggiungere questo Stato: è anch’essa una meraviglia naturale tutelata dall’Unesco.
Svegliatevi prima dell’alba, almeno una volta: non potete non assistere alla questa giornaliera dei 250 monaci che ogni mattino percorrono la città per ricevere le offerte dai fedeli. Girovagando per le vie della cittadina noterete templi antichi, il vecchio Palazzo reale, al cui interno trova sede il Museo nazionale, costruito nel 1904 per ospitare la ricca collezione di oggetti appartenuti al tesoro della famiglia reale e il Phra Bang, la statua in oro alta 83 centimetri che secondo la tradizione è il simbolo del regno. Non mancate di visitare anche il suggestivo monastero detto Tempio della città d’oro, per i suoi tetti dorati che toccano quasi terra. A corollario, emozioni indimenticabili si possono vivere andando a conoscere i costumi e le usanze delle etnie delle montagne, per esempio nei villaggi delle minoranze Khmu e Hmong. Luang Prabang è anche nota come il regno di un milione di elefanti, racchiuso fra i fiumi Mekong e Khan. Da godere è il tramonto dalla collina Phou Si. Prima di tornare in Italia non negatevi di soggiornare a La Résidence Phou Vao, un hotel di lusso a cinque stelle, situato sulla collina, con una magnifica vista sulle montagne. Al suo interno un pluri-premiato centro termale, in cui lasciarsi coccolare dai trattamenti tradizionali al viso, massaggi corpo e bendaggi. Al calar della sera, vi saranno serviti piatti di grande maestria di cucina internazionale presso il ristorante del resort, fino a offrirvi un fresco cocktail al bar, in chiusura.
Oltre alla maestosa Cina e al potente Giappone, c’è ancora un Oriente tutto da scoprire, che si nasconde nelle città e nei volti delle popolazioni dell’Asia intera…
(di Ilaria Forastieri e Azzurra Zaglio)