La prima cosa che colpisce di Mosca, mentre dall’aereo ti avvertono che stai per atterrare, in una fredda sera di dicembre, è la spessa coltre di nuvole che la copre; una distesa ininterrotta, inframmezzata solo dall’arancione delle luci della città che, nascosta là sotto, aspetta di farsi vedere. La seconda cosa che stupisce di Mosca, mentre la guardi scorrere da un finestrino, è la sua grandezza. Ma forse non è esatto parlare di grandezza: Mosca è sconfinata quanto il Paese di cui è capitale, la Russia. La periferia punteggiata di palazzi, centinaia e centinaia di finestre illuminate, così tante da sembrare un’unica scia luminosa, strade dal traffico perennemente congestionato. Spazio e tempo, a Mosca, sono estremamente soggettivi e sono aspetti che influenzano fortemente il carattere dei suoi abitanti, mai puntuali e totalmente fatalisti. Impossibile sapere cosa ti riservano le lunghe distanze che la capitale ti impone di percorrere, soprattutto durante la stagione fredda.
Mosca, figlia prediletta del Generale Inverno che per lei ha voluto cieli bianchi e nebbiosi, luce soffusa e spazi infiniti. I ritmi serrati che una megalopoli di 18 milioni di abitanti – compresi quelli dell’area metropolitana – richiede contrastano con l’atmosfera ovattata che la stagione fredda le regala. Uno dei segreti di questa città così affascinante e ricca di storia è, infatti, la luce: leggera, delicata, si fa spazio sconfiggendo il buio invernale per le poche ore che le vengono concesse e, in quei momenti, tutto prende un sapore genuino, autentico. Non appena il buio la riavvolge, Mosca si trasforma e la sua bellezza esplode grazie alle migliaia di luci che accendono la celeberrima Piazza Rossa – il gioiello della capitale, su cui si affacciano la Cattedrale di San Basilio, le mura del Cremlino, il Museo Statale di Storia e il magnifico centro commerciale Gum, capolavoro di architettura Liberty – oppure la piazza Puškin, i cui alberi sono interamente ricoperti di led che simulano la neve che scende, regalando a tutti, turisti e moscoviti, un momento di autentica magia.
Il gioiello della capitale è, senza dubbio, la Piazza Rossa, o Krasnaja Ploščad: alle spalle il nastro d’acciaio della Moscova che attraversa la città, di fronte il prodigio architettonico e artistico della Cattedrale di San Basilio, fatta costruire da Ivan il Terribile tra il 1555 e il 1561. Specularmente alla Cattedrale si trova il Museo Statale di Storia, altro capolavoro architettonico. Ma niente può competere con quello che si cela dietro quelle mura che corrono lungo la piazza: il Cremlino, la cittadella fortificata, cuore di Mosca sin dalla sua fondazione, avvenuta nel 1147. Residenza dei principi di Mosca dal 1264, il Cremlino è la sede del Governo e al suo interno sono custoditi tesori di inestimabile valore artistico, tra cui i Gioielli dello Zar e una collezione delle preziose Uova Fabergé, realizzate appositamente per i regnanti, in mostra al Museo dell’Armeria. La Piazza delle Cattedrali sorprende per imponenza e magnificenza; la Cattedrale della Dormizione, le cui icone sono celebri in tutto il Paese, la Cattedrale dell’Assunzione, la più importante della Russia, dove Zar e Imperatori venivano incoronati, e ancora la Cattedrale di Michele Arcangelo, eletta a luogo di sepoltura di regnanti ed eminenze della Chiesa Ortodossa, e infine la Cattedrale dell’Annunciazione, dove si svolgevano le cerimonie reali. Imponenza e grandiosità fanno da cornice a una religiosità profonda e intensa, fatta di un sentimento autentico ritrovato nel tempo; all’interno delle Cattedrali l’aria profuma di cera e di quelle preghiere che tutti, anche i più restii, sussurrano quasi in silenzio. Il silenzio risuona anche nel complesso del Monastero di Novodevičij all’interno del quale sono custodite le spoglie dei più grandi eroi della storia russa. Un luogo intriso di storia e religiosità, in cui sembra che il tempo si sia fermato; la megalopoli che non smette di crescere e di correre, la città dal traffico impossibile, qui non sono arrivate. Sono un affare lontano, che non tocca l’aria del monastero che ospitò la zarina Sofia e oggi è casa del Metropolita di Mosca.
Mosca è il Bolshoi Teatr, tempio del balletto; Mosca è il Novij Arbat, la via pedonale dello shopping alla portata di tutti, ma anche il Gum, pieno di boutique da capogiro; Mosca sono le Sette Sorelle di Stalin, così come sono chiamati i sette, mastodontici grattacieli voluti dal leader per celebrare la potenza del Paese; Mosca è la via Tverskaja, ricca di monumenti, magnifici palazzi e riproduzioni di celebri quadri esposte sulle loro facciate, perché l’arte dev’essere alla portata di tutti. Mosca è la galleria d’arte Tretjakov, dedicata interamente all’arte russa e alla tradizione delle icone. Mosca è il traffico insopportabile, ma è anche la città con la metropolitana più incredibile che ci sia: 12 linee per più di 100 stazioni, una diversa dall’altra, alcune delle quali famose in tutto il mondo per la ricchezza delle loro decorazioni. Marmi, stucchi, mosaici, statue e lampadari di grandissimo pregio riescono a rendere un’attrazione quello che altrove è un semplice mezzo di trasporto. Mosca è il mercato dell’artigianato di Izmajlovo, che i cittadini chiamano affettuosamente Vernissage: matriosche di ogni forma e colore, deliziose decorazioni natalizie, servizi da tè e samovar – perché qui, il té, è un affare serio – riccamente decorati e pregiati gioielli d’ambra, ahimé per niente a buon mercato.
Ma Mosca è anche, incredibile a dirsi, la città dove una chiesa è risorta sulle sue ceneri: parliamo della Cattedrale del Cristo Salvatore, situata sulle rive della Moscova; ci vollero ben due decenni per costruirla – la prima pietra fu posata nel 1839, ma le impalcature furono eliminate solo nel 1860 – e altrettanti per decorarne l’interno, incarico per cui furono chiamati i pittori più quotati del periodo. La cattedrale realizzata per commemorare i sacrifici del popolo russo, così come voluto dagli zar Alessandro I e Nicola I, e ufficialmente consacrata nel maggio del 1883 con l’incoronazione dello zar Alessandro III, si trovò a fare i conti con l’avvento del comunismo, che scelse quel sito come luogo ideale per erigere un avveniristico monumento chiamato Palazzo dei Soviet. Il 5 ottobre 1931 la chiesa fu fatta saltare in aria ma, a causa dei problemi di allagamento della Moscova, cui si sommarono la mancanza di fondi e lo scoppio della seconda guerra mondiale, il Palazzo dei Soviet non fu mai realizzato; che fare dunque, dell’enorme buca lasciata dalle esplosioni? Il presidente Cruščёv la fece diventare la piscina all’aperto più grande del mondo. Con la caduta del regime, la Chiesa Ortodossa Russa ricevette l’autorizzazione a ricostruire la Cattedrale: la prima pietra fu posata simbolicamente nel 1990 e, tra il 1996 e il 2000, la chiesa del Cristo Salvatore venne nuovamente riconsacrata.
Mosca, una contraddizione unica. Forse è per questo che ci affascina tanto.
di Martina Porzio