Se si hanno a disposizione un paio di giorni per regalarsi un’evasione fuori dai confini nazionali, la città di Porto ben si presta ad offrire ai turisti spunti culturali e gastronomici per tornare a casa con il sorriso sulle labbra. Nonostante questa città portoghese sia di dimensioni modeste e strutturata in modo da poter passare da un luogo di interesse all’altro senza impiegare troppo tempo, la sua conformazione collinare, unita ai caratteristici vicoli stretti, chiede ai turisti di armarsi di scarpe comode e fare un bel respiro prima di partire alla scoperta delle sue bellezze architettoniche. In caso di bisogno, i tram sono un buon compromesso tra la voglia di non perdersi nemmeno uno scorcio della città, che per via della sua pendenza viene divisa fra città alta e città bassa, e il bisogno di concedere ristoro alle gambe affaticate.
La Città bassa è la parte che si affaccia sul fiume Douro e che ospita il caratteristico quartiere Ribeira, noto per gli scorci pittoreschi regalati dalle colorate facciate delle case e dai barcos rabelos, le tipiche imbarcazioni che in passato venivano utilizzate per trasportare il vino. La passeggiata lungo il fiume porta immancabilmente verso il Dom Luis I, ponte di ferro costruito nel 1881 e progettato da Téophile Seyrig, uno degli allievi di Gustave Eiffel, conosciuto per essere la mente dietro l’omonima torre che veglia sulla città di Parigi. Attraversando il ponte si arriva a Vila Nova de Gaia, città gemella che ospita diverse cantine pronte ad accogliere gli avventori con il loro vino di porto migliore. Sempre nella Città bassa è ubicata la Igreja de São Francisco, una chiesa che affascina grazie al rosone gotico e colpisce per i suoi opulenti interni barocchi color oro e gli intarsi con motivi floreali e animali ottenuti grazie alla tecnica della talha dourada.
Spostandosi poi nella Città alta, non ci si può esimere dal fare una sosta nell’atrio della stazione di São Bento per ammirare il tripudio di azulejos, le iconiche pietre lisce e levigate (da qui l’origine del loro nome) di colore azzurro che, una accanto all’altra, formano i peculiari pannelli raffiguranti costumi e tradizioni locali. Un’altra tappa obbligata è la Chiesa di São Pedro dos Clérigos e, in particolare, la Torre dos Clérigos: se l’idea di salire su una rampa di scale strette e ripide non entusiasma, si consiglia di stringere i denti per essere ripagati dalla bellissima vista della città che si gode una volta raggiunta la cima. Prima di fare ritorno a casa, c’è una tappa irrinunciabile tanto per gli amanti della letteratura quanto per i semplici curiosi: la Libreria Lello e Irmão. Già da lontano, questa libreria cattura lo sguardo grazie alla facciata in stile neogotico portoghese, ma è quando si varca la soglia che si rimane letteralmente a bocca aperta.
La libreria, nota anche con il soprannome di Cattedrale del libro e da molti considerata come una delle più belle del mondo, è stata inaugurata nel 1869 da Francisco Xavier Esteves, ingegnere e politico portoghese, fondendo lo stile gotico e quello Liberty. Le luci soffuse e gli imponenti scaffali di legno colmi di libri ordinatamente disposti, creano un’atmosfera magica nella quale immergersi per ritagliarsi qualche momento fuori dalla realtà. I due piani della libreria sono collegati da una scala suggestiva che, così come riportato nell’antico album descrittivo, “invita a farsi percorrere”.
I visitatori salgono i primi gradini trovandosi davanti una scalinata singola, che vedono poi dividersi in modo sinuoso fino a formare un 8 con doppia circonvoluzione. L’ambiente risulta familiare a molti, anche a chi non ha ancora avuto occasione di visitarla; questo senso di déjà–vu si deve alla trasposizione cinematografica della saga di Harry Potter. A quanto si dice, la scrittrice J. K. Rowling si rifugiava frequentemente in questa libreria durante il periodo trascorso in Portogallo, e ne ha tratto ispirazione per alcune delle sale di Hogwarts.
A Porto inoltre, sono numerose le leccornie da gustare tra un giro e l’altro. Tra i piatti tipici non si possono che menzionare il bacalhau, a noi noto come baccalà e cucinato alla brace, sotto forma di crocchetta, con gli spinaci o in tanti altri modi, la francesinha, un panino molto ricco farcito con diverse dosi di carne e formaggio, incoronato da un uovo al tegamino e innaffiato da una gustosa salsa, e infine il caldo verde, una zuppa a base di patate, cipolle, cavolo e chouriço (una salsiccia piccante di maiale).
di Fabiana Althea Mazzariello