Il vino…. una dolce liberazione umana

Sin dalle origini il vino veniva considerato importante e dono divino, infatti come ben possiamo ricordare nella letteratura greca, il tema del vino è trattato a più livelli. Esistono comunque fondamentali punti in comune riguardo all’ uso di questa bevanda e alla sua funzione: è rimedio per gli affanni degli uomini e per le loro angosce, grazie al sonno, conseguenza del bere, che offusca la mente.

La bevuta si configura quindi come una liberazione per l’animo umano.

Fondamentale però, rispetto a ciò, è anche l’idea del vino come dono di Dioniso agli uomini: qualcosa cioè di cui l’uomo non può assolutamente fare a meno. Tutti, poveri e ricchi, devono poter usufruire dei suoi benefici. Il vino inoltre rientra in una dimensione religiosa.
Esistono infatti miti riguardo all’origine della vite e della bevanda che da essa deriva, i quali le attribuiscono caratteristiche dannose e benefiche al tempo stesso.

Nel corso degli anni, abbiamo sentito parlare di questo liquido dal colore bianco o nero, gli scrittori affermavano che; Il vino, specialmente in Italia, è la poesia della terra, i medici, affermando che il vino possiede delle proprietà benefiche, quali, capacità di difendere da eventuali danni di origine cardiovascolare (il bianco). Fino ad arrivare ai giorni nostri, che adoperiamo questo favoloso liquido colorato o dal colore trasparente, a  volte con bollicine, che ci accompagna in quei momenti della vita dove bere rianima l’animo, o dove c’è bisogno di festeggiare con gli amici o con qualcuno che ci ama. A tal proposito a Milano, si è svolto un evento, che ha messo finalmente come protagonista questo “nostro caro amico” che da sempre, ci accompagna, questo evento prende il nome “VINI BIANCHI IN VILLA” svolto nella splendida cornice di Villa Campari in stile ottocentesco.

Per i meno fortunati, che non hanno avuto la possibilità di partecipare a questo tripudio di sapori, proverò a descrivervi l’atmosfera, chiudete gli occhi, e immaginate…

Palazzo ottocentesco, atmosfera calda, odore di prato fresco e fiori. Musica jazz e soave. Architettura classica e minimale, all’interno.  Tra le varie sale, oltre ad un tripudio di offerta dei vini firmati MADE IN ITALY, ai clienti si offre un aperitivo in piedi.

Abbiamo avuto la possibilità di degustare alcuni vini famosi ed ottimi dal sapore unico, come il Jasmin Firriato, considerato un fiore delicato dal profumo intenso, che incanta per la calda aromaticità  dello Zibibbo, un vitigno che racconta la Sicilia.

È un vino che invita alla convivialità, al dialogo, all’incontro, alla gioia di stare insieme, che rispecchia la più autentica e moderna filosofia di Firriato: offrire ai wine lovers il vino giusto per ogni occasione. Jasmin è il perfetto interprete di uno stile di vita che chiede qualità e moderazione alcolica, eleganza e stile.

Altro vino ottimo è l’Etna Bianco, tenuta terre nere, un vino perfetto, delizioso. Con la spontanea grazia di un ballerino, non perde mai la sua luminosità e il suo passo. Subdolamente bevibile, nell’invecchiare, la nobiltà del suo territorio emerge con decisione. E la grazia diventa pensierosa e profonda, ma sempre leggiadra, mai ridondante. Sempre Firriato ricordo il Cavanera bianco Firriati, dal gusto deciso, sofisticato, segno distintivo dei vini Firriati,  importante anche Sauvignon La Tunella; vino giallo paglierino brillante con riflessi verdi. L’aroma vegetale con note di foglia di pomodoro, salvia e sentori di melone. Il gusto fresco, aromatico e intenso con un lungo finale vegetale.

 

di (Mariana Maggio)

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