“It’s a beautiful day / Don’t let it get away”. È una bellissima giornata, non lasciartela sfuggire, cantavano gli U2 in Beautiful Day nel 2001. E così potrebbe avere inizio una giornata al Clarence Hotel di Dublino: come un inno alla vita al ritmo di una chitarra rock. Sono stati proprio Bono e The Edge, voce e chitarra degli U2, a rilevare le quote del Clarence nel 1992, sottoponendolo a ristrutturazioni che gli hanno conferito lo stile odierno.
Un edificio ed un hotel storico, situato in uno dei punti strategici della città: il Quay, ovvero la strada che corre lungo il fiume Liffey. Una location perfetta per esplorare la città e per raggiungere a piedi il vicino Temple Bar, il cuore pulsante della cultura e dell’intrattenimento dublinese. Il tutto fra pub intramontabili come il Portherhouse e musei d’essay come la National Photographic Gallery, senza ovviamente dimenticare la musica, dall’antica arpa celtica ai suoni graffianti dei nostri giorni.
Alla musica – e agli U2 – il Clarence deve molto. Gli accenni sono sottili, ma distintamente percettibili. L’armonia placida dell’arredamento viene rotta da tappezzerie rosso intenso, ricordando così un vocalizzo improvviso di Bono in successi indimenticabili come Pride; il legno chiaro dei mobili ha come sottofondo spesse tende viola scuro, una tonalità avvolgente quanto i bassi di Adam Clayton; il design geometrico vagamente retrò riporta ad una Dublino degli anni Settanta, magari quella cantata in Sunday Bloody Sunday.
“Volevamo un boutique hotel contemporaneo, ma non solo. Doveva essere un luogo in cui noi stessi avremmo amato albergare.” È così che Bono e The Edge hanno improntato la ristrutturazione, dall’accoglienza fino all’offerta enogastronomica.
Il complesso del Clarence comprende infatti soluzioni per pasti e drink ad ogni ora del giorno e della notte: dalla lounge The Study, aperta h24 e decorata da candelabri fatti a mano, al capolavoro di Art Deco dell’Octagon Bar e al Bison Bar & Barbeque, un accenno pop alle steak house texane. Per i palati più raffinati, sono imperdibili le atmosfere da boudoir delle Liquor Rooms sotterranee (nonché la vasta scelta di distillati internazionali di pregio), mentre il Cleaver East della stella Michelin Oliver Dunne sorprende con trovate come il “Not Afternoon Tea”. Decisamente rock!
di Martina Faralli