Molti studi hanno analizzato la relazione tra attività fisica e benessere psicologico, evidenziando come l’attività fisica regolare abbia importanti conseguenze sull’equilibrio psicofisico della persona, come la riduzione di ansia, stress, depressione, il miglioramento dell’immagine di sé, dell’autostima, del tono dell’umore.
Lo studio “Physical Exercise and Psychological Well-Being: A Population Study in Finland” (Hassmén, 2000) ha esplorato l’associazione tra frequenza di attività fisica e diversi indicatori di benessere psicologico in un campione di 1856 donne e 1547 uomini tra 25 e 64 anni. I risultati indicano che le persone che fanno attività fisica almeno 2 o 3 volte a settimana sono in modo significativo meno depresse, hanno meno sfiducia e cinismo verso gli altri, meno rabbia e livelli più bassi di stress rispetto a chi si allena meno frequentemente o non si allena. Inoltre riportano maggiore capacità di integrazione sociale.
Alla base di molte disfunzioni sessuali si possono riscontrare problematiche psicologiche (per esempio l’ansia è spesso correlata ai disturbi dell’eccitazione e dell’orgasmo, la depressione ai disturbi del desiderio sessuale, un alto livello di stress può interferire con il funzionamento sessuale in generale…). L’attività fisica regolare, contribuendo a mantenere un buon equilibrio psicofisico, può senza dubbio portare importanti benefici anche sul benessere sessuale.
Diverse ricerche hanno indagato l’associazione diretta tra attività fisica e funzionamento sessuale. Nello studio di Hsiao et al. (2012) è stato preso in considerazione un campione di uomini tra i 18 e i 40 anni e i partecipanti sono stati suddivisi in due gruppi: gruppo sedentario e gruppo attivo. Secondo i risultati dello studio uno stile di vita attivo risulterebbe associato ad una minore presenza di problematiche nei seguenti ambiti: funzionalità erettile, funzionalità orgasmica, soddisfazione per il rapporto coitale e soddisfazione sessuale in generale.
Prendendo in considerazione un’età più elevata, lo studio di Bacon et al. (2003) ha esaminato un campione di 31742 uomini di età compresa tra i 53 e i 90 anni, al fine di indagare quali aspetti legati allo stile di vita potevano essere considerati fattori di rischio per la disfuzione erettile. La prevalenza della disfunzione erettile è risultata inversamente proporzionale all’attività fisica praticata: gli uomini che svolgevano almeno 3 ore di corsa o 5 ore di tennis a settimana avevano un rischio di presentare problematiche legate all’erezione inferiore del 30% rispetto agli uomini sedentari.
Senza dubbio mantenere uno stile di vita attivo, che prevede di evitare di essere in sovrappeso, di bere alcolici moderatamente, di non fumare e di evitare comportamenti sedentari come guardare la televisione per molte ore a settimana, permette di mantenere un buon funzionamento sessuale anche a 50, 60 e 70 anni.
di Francesca Calligaro