L’estate si avvicina, siamo ormai a giugno e l’aria comincia a riscaldarsi, invogliando all’attività fisica. Con l’arrivo del sole, infatti, si inizia a desiderare di rimettersi in forma per essere adeguati e prestanti per quelli che saranno i mesi caldi dell’anno. Ecco che allora lo sport inizia ad essere al centro dell’attenzione, e fondamentale per implementare e mantenere una buona forma fisica.
Nella vita di quasi ogni persona, lo sport riveste un ruolo importante, in quanto permette di esprimere a livello fisico qualcosa di molto personale ed unico, appartenente all’individuo che lo pratica. Per alcune persone è un lavoro vero e proprio, per altri solo uno svago, mentre per altri soggetti ancora rappresenta un’occasione per mettersi alla prova e testare le proprie capacità, limiti e risorse.
Lo sport non è un gioco; diversamente da come molti la possono pensare, non è mai un gioco, a nessun livello a cui lo si pratica. Ci sono intere vite che ruotano attorno ad uno sport, brillanti carriere agonistiche che vengono interpretate come un intermezzo ludico nella vita di un giovane atleta; nell’immaginario collettivo questi atleti dotati vengono spesso visti come dei privilegiati, ai quali la vita ha fatto un dono.
E se è vero che ad essere atleti d’élite esistono dei privilegi come avere degli sponsor, partecipare ad eventi importanti e poter viaggiare spesati, non dobbiamo però dimenticarci che per mantenere alti livelli di performance serve una dose costante di motivazione ed impegno, tanto fisico quanto mentale. Ciò significa quindi ore ed ore di allenamento e preparazione, in palestra piuttosto che in un campo, nel tentativo di migliorare sé stessi e la propria prestazione. Inoltre, ci sono delle regole ben precise da rispettare, oltreché la necessità di educazione e rispetto per i compagni di squadra – laddove ve ne siano – e degli avversari.
Impegnarsi in uno sport significa mettersi sotto i riflettori, uscire allo scoperto con le proprie fragilità e punti di forza, testare la propria autostima e sviluppare la capacità di rialzarsi quando si cade. Riuscire a rimettersi in piedi dopo un fallimento significa essere individui resilienti; ma che cosa significa, questo termine, Resilienza?
La Resilienza è un termine preso in prestito dalla fisica, ed in psicologia indica la capacità di far fronte in maniera positiva a eventi traumatici e di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà, di ricostruirsi restando sensibili alle opportunità positive che la vita offre, senza alienare la propria identità. Sono persone resilienti quelle che, immerse in circostanze avverse, riescono nonostante tutto, e talvolta contro ogni previsione, a fronteggiare efficacemente le contrarietà, a dare nuovo slancio alla propria esistenza, e perfino a raggiungere mete importanti.
Quando pensiamo ai “professionisti dello sport”, ci vengono in mente, forse prima di molte altre discipline sportive, calciatori e piloti. Per correre in un campo o ad elevate velocità chiusi dentro l’abitacolo di un’auto di Formula 1, piuttosto che essere aggrappati in sella ad una moto, occorrono sacrifici, una notevole dose di concentrazione e la capacità di tenere duro di fronte alla fatica ed alla pressione emotiva di una partita o di una gara.
Attraverso lo sport si può sviluppare e implementare la stima di sé, e più ciascun sportivo sarà in grado di sfoderare in campo – o in pista – performance di livello, supportate da un buon allenamento fisico e mentale, che permettono di centrare gli obiettivi che ci si è prefissati, più quello sportivo potrà costruire un’immagine di sé competente, potrà identificare i propri limiti e margini di miglioramento e strutturare piani di allenamento che gli consentiranno di raggiungere i traguardi a cui ambisce.
Esiste quindi una costruzione dell’immagine di sé che viene veicolata dallo sport, e che è parte integrante del proprio mondo interno. Quando si è agonisti, vi è inoltre un’enorme responsabilità, che è quella di non deludere le aspettative dei propri tifosi; spesso e volentieri infatti durante le grandi competizioni, soprattutto a livello internazionale, si respira una forte tensione agonistica, anche quando in palio non vi è assolutamente nulla. Ciò che attrae le persone sembrerebbe essere proprio la possibilità di mettersi in gioco, competere con i compagni di allenamento, con il cronometro, e con condizioni atmosferiche avverse. Pensiamo poi ai vari significati mentali che possono venire attribuiti alla vittoria ed alla sconfitta. Parliamo in effetti di due facce della stessa medaglia; in ogni atleta coesistono entrambe le possibilità, che si giochi in sport individuali piuttosto che di squadra, ambedue sono ipotesi che possono verificarsi da un istante all’altro della competizione.
A parità di preparazione fisico-atletica, ciò che fa la differenza tra vincere e perdere è l’aspetto mentale, su questo sono d’accordo allenatori, coach ed atleti appartenenti ad ogni sport e a diversi livelli. Riuscire a mantenere alto, in modo costante, il livello della performance non è infatti cosa semplice, né tantomeno banale. Entrano in gioco diverse variabili come la motivazione, la fiducia in sé stessi, la gestione dello stress e della pressione emotiva, delle aspettative e della tensione della gara.
Nel caso degli sport all’aria aperta, come risulterà invece la preparazione degli avversari? Se si utilizza ad esempio un mezzo come un’auto, una moto, una barca piuttosto che una bicicletta, degli sci o una racchetta da tennis (solo per citarne alcuni), l’attrezzatura è all’altezza di ciò che si vuole raggiungere oppure va modificata? Che cosa sarà realmente utile per ottenere, non solo un buon risultato, ma la vittoria della gara? La differenza sarà indubbiamente dettata (in parte) da come l’atleta deciderà di impiegare questi mezzi e le proprie risorse personali fisico-mentali.
“Che siate atleti professionisti, spiriti temerari alle prime armi, semplici sperimentatori di una nuova attività agonistica o ancora, il classico sportivo della domenica…Carpe diem! La stagione dello Sport è iniziata, e vi accompagnerà forse per un mese o magari…per tutta la vita.”
Sabrina Burgoni
Psicologa Clinica – Psicoterapeuta – Coach