Ma perché gli uomini sono generalmente più facilitati nel gestire la propria sessualità rispetto alle donne?
Vediamo: l’organo genitale maschile, il pene (scientificamente chiamato anche asta o verga) ha maggiori dimensioni all’esterno e si può osservare con più facilità. Essendo poi fondamentale per la procreazione, è stato studiato, negli anni, anche dal punto di vista medico, molto di più e molto meglio. Si è controllato, osservato, fin nei minimi particolari, dove si formavano gli spermatozoi e dove il liquido prostatico, si è studiato quale era il meccanismo dell’erezione, da dove derivava il piacere, ecc.
Nelle donne si sono invece studiati solo utero e ovaie, gli organi che servono alla procreazione, ma non hanno connessioni alle sensazioni di piacere, che si trovano in zone più esterne.
Inoltre non è difficile per un uomo capire e identificare i punti che sono più sensibili e comunicarlo alla compagna, mentre, come abbiamo visto, per le donne, non è facile allo stesso modo reperire i punti focali del piacere, che abbiamo appena considerato poter essere mobili, non corrispondere sempre alla stessa zona ecc.
Per capire, inoltre, la maggior difficoltà iniziale delle donne a vivere la propria sessualità e la propria fisicità, dobbiamo tornare al momento in cui ogni bambino (e questo capita quando è ancora molto piccolo, dalla nascita fino circa ai 3 anni) si crea all’interno della mente, come se fosse disegnata dentro al cervello, la mappa del proprio corpo. Questa sorta di carta topografica viene tracciata attraverso le risposte che arrivano alla corteccia cerebrale dalle varie zone corporee, tramite un meccanismo di feed-back. Ovvero, le sensazioni provocate dal toccarsi o dall’essere toccati, dal guardarsi, dal provare piacere o dolore, ecc., in una determinata parte del corpo, vengono registrate e posizionate in uno schema mentale che viene a creare una immagine simile al corpo umano, detta homunculus (piccolo uomo) all’interno del cervello.
Questa immagine è formata infatti dalle stesse parti che compongono il corpo: le braccia, le gambe, il tronco, la testa, le mani, i piedi, la bocca, ecc. Inoltre l’homunculus è composto da due parti sovrapponibili: una motoria, che viene utilizzata per i fasci di nervi che portano il movimento, e una sensitiva, per i nervi che trasmettono invece le sensazioni. In questo modo potremo avere entrambe le cognizioni. Attraverso il primo schema sapremo quale parte del corpo stiamo movendo, tramite il secondo sapremo cosa sta succedendo in ogni distretto corporeo. Ma una mappatura costituita in questa maniera, avvantaggia i bambini di sesso maschile, rispetto a quelli di sesso femminile, dato che essi riusciranno a visualizzare e a creare molto più precocemente delle bambine un valido e definito schema del proprio corpo. Il loro organo genitale si può guardare e toccare fin da subito e le sensazioni motorie provocate dalle erezioni che si verificano già alla nascita, e anche prima, fanno sì che i maschietti formino in breve uno schema definito, e identifichino immediatamente il pene, o ancor più esplicitamente la punta del pene, come l’organo e la zona sede del piacere.
La stessa cosa non accade invece alle bambine, che non hanno la possibilità di vedersi i genitali in modo preciso e nemmeno di toccarli in maniera completa, fino a molto più tardi, fino ad arrivare a certi casi in cui le ragazzine si guardano per la prima volta, per capire come sono fatte, utilizzando uno specchio, non prima che al momento della pubertà. E’ chiaro che questo fa sì che le persone di sesso femminile non concentrino subito tutte le sensazioni di tipo sessuale negli organi genitali e che ciò che Freud chiama ‘libido’, ovvero l’interesse, la sensazione di piacere legate ad una parte specifica del corpo, si formino talmente tardi che, nel frattempo, molte altre zone rimangono investite di questa carica erotica che resta, per ciò, sparsa in molti punti del corpo femminile (bocca, capezzoli, pelle, ecc.).
Ecco quindi perché le donne hanno più zone erogene sparse per tutto il corpo rispetto agli uomini.
Ma ecco anche perché è molto più facile che troviamo dei maschietti che si toccano o si masturbano fin dalla più tenera età, rispetto alle femminucce, e perché, tra gli adolescenti è più facile che le ragazze vengano interessate più frequentemente da problematiche legate al rapporto col cibo (anoressia-bulimia) e i ragazzi da quelle collegate al sesso (ricerca compulsiva di immagini pornografiche, masturbazione coatta, ecc.).
di (Marina Zaoli)