Il teatro come prototipo dell’esistenza umana e spunto di riflessione
In questi giorni di Ottobre è ormai iniziata la stagione autunnale, con tutte le sue sorprese e novità legate al teatro, al cinema, alla moda e a molti altri settori. In particolar modo, il teatro ci proietta in una dimensione umana molto profonda, legata alle storie e alle emozioni personali.
Ogni persona è unica e irripetibile, e così è il teatro; ogni rappresentazione, infatti, mette in gioco tutta una serie di situazioni della vita quotidiana. Ciascuna situazione è diversa, perché diverso è il soggetto che la vive, con le sue – e solo sue – motivazioni e credenze. Attraverso la messa in scena di scorci di vita comune, l’osservatore può immedesimarsi e scegliere di vivere dentro ad una sua fantasia.
Quando osserviamo una scena, nella nostra mente scattano dei meccanismi di attenzione selettiva tali per cui possiamo concentrarci esclusivamente sugli elementi di nostro interesse. Ma quali sono solitamente questi elementi? I fattori che prendiamo in considerazione sono legati all’esperienza soggettiva e a tutto ciò che il passato ha lasciato impresso nella nostra mente. Grazie a questo viaggio nel mondo della creatività ci si trova a riflettere sulla propria vita e su come potrebbe essere percorrere strade diverse da quella intrapresa.
Messa in scena vs Vita reale
Lo spettatore può dunque immaginare di creare e mettere in gioco delle azioni alternative a quelle dettate dai propri schemi mentali, consolidati in modo ludico e leggero. Osservare un personaggio significa osservarsi allo specchio. Significa osservare quegli aspetti di sé che difficilmente vengono processati dalla coscienza, e che a volte a fatica si accettano.
Non si riflette mai sul proprio modo di essere, bensì nella vita si è e basta. Nonostante ciò, quando osserviamo il prossimo, in un certo senso inconsapevolmente proiettiamo su di lei – o lui – aspetti della nostra coscienza che sono intollerabili. Così, risulta quindi più semplice accettare le caratteristiche fastidiose altrui, piuttosto che le proprie.
Che dire ragazzi, la prossima volta che andrete a teatro giocate a chiedervi quale personaggio vi rappresenta al meglio! E che possa Ottobre essere per voi un mese di colori e creatività teatrale.
di Sabrina Burgoni